Anche se l’azienda non è intenzionata a pagare il TFR, esiste un iter preciso che permette di richiedere la somma spettante all’INPS.
Per quanto sia un diritto di qualunque lavoratore dipendente, può capitare che si creino delle situazioni spinose per cui l’azienda si rifiuti di pagare il TFR a fine rapporto. Come sappiamo, questa somma si accumula nel tempo per cui il dipendente ha lavorato per la stessa azienda, e si cede indipendentemente dal motivo del termine del contratto.
Di norma, l’azienda ha l’obbligo di accantonare il TFR annualmente per ciascun dipendente, e tale somma deve essere separata dalle altre risorse aziendali, in modo che possa essere restituita al lavoratore quando termina il rapporto di lavoro.
Tuttavia, può capitare che un’azienda non adempia correttamente a questo obbligo di accantonamento del TFR, o che non separi correttamente le risorse destinate al trattamento di fine rapporto dalle altre risorse aziendali. Questo, per esempio, a causa di un fallimento. Per fortuna, a venire in supporto ai lavoratori è l’INPS, che in alcune casistiche può adempiere al pagamento. Il tutto, previa apposita domanda.
TFR non pagato: quando si può presentare domanda all’INPS e come fare
Quando l’azienda non paga il TFR a fine rapporto, il lavoratore non è lasciato senza opzioni. Esiste un iter preciso che consente di recuperare la somma spettante tramite il Fondo di Garanzia INPS. Però, prima di fare richiesta, ci sono alcune cose da considerare.
Innanzitutto, è necessario che il lavoratore verifichi se l’azienda è effettivamente insolvente. Questo significa che l’azienda deve trovarsi in una situazione tale da non riuscire a pagare i propri debiti, incluso il TFR. Se l’azienda ha cessato l’attività, è fallita o non ha più risorse per coprire i suoi debiti, si può procedere con la richiesta.
Il passaggio successivo è quello di provare a recuperare il TFR tramite un’esecuzione forzata. In pratica, il lavoratore deve tentare di ottenere il pagamento con misure legali, come un pignoramento, ma senza successo, perché le garanzie patrimoniali dell’azienda non sono sufficienti.
Solo dopo aver fatto questi tentativi, il lavoratore può presentare la domanda all’INPS. La richiesta va inviata entro un anno dalla cessazione del rapporto di lavoro. Per farlo, bisogna allegare tutta la documentazione necessaria, come il contratto di lavoro, la lettera di cessazione e la prova che l’azienda è insolvente.
Una volta ricevuta la domanda, l’INPS verifica la situazione e, se tutto è in regola, provvede a pagare il TFR. In genere, l’importo viene versato entro 60 giorni dalla richiesta. Se la domanda viene respinta, il lavoratore ha il diritto di fare ricorso, sia all’INPS che al tribunale del lavoro, per cercare di ottenere quanto gli spetta.