Pensione donna 2025: 2 possibilità con requisiti ridotti

Le donne lavoratrici possono accedere alla pensione donna con due agevolazioni con requisiti ridotti.

Il nostro sistema previdenziale favorisce le donne lavoratrici, si tratta della pensione anticipata e dell’Opzione donna.

Pensione donna
Pensione donna 2025: 2 possibilità con requisiti ridotti (dolomitics.it)

La pensione anticipata nel 2024 e anche nel 2025, prevede un’anzianità contributiva per le donne di 41 e 10 mesi di contributi, mentre gli uomini per accedere alla pensione dovranno aspettare un anno in più, 42 anni e 10 mesi di contributi. In questa misura pensionistica non esiste il requisito anagrafico.

Pensione: Opzione donna prorogata nel 2025

L‘Opzione donna nel 2024 prevede che i requisiti siano stati maturati al 31 dicembre 2023. La legge di Bilancio 2025 prevede la proroga dell’Opzione donna, quindi, le lavoratrici che decideranno di uscire dal lavoro con questa misura, dovranno aver maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2024.

Opzione donna
Pensione: Opzione donna prorogata nel 2025 (dolomitics.it)

Possono accedere a questa misura sia le lavoratrici dipendenti che autonome. I requisiti richiesti sono: un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età anagrafica di 61 anni, con uno sconto in base ai figli. Accesso a 60 anni per un figlio e 59 anni per due o più figli.

Le lavoratrici che scelgono questa misura devono appartenere a una delle seguenti categorie:

  • Caregiver, assistere un familiare con handicap grave (legge 104 art. 3 comma 3), da almeno sei mesi dalla domanda di pensionamento. I familiari che danno diritto alla pensione donna sono il coniuge, il partner di unione civile, un parente di primo grado. Si può assistere anche un familiare di secondo grado se convivente, nel caso siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti i genitori del disabile;
  • invalidità lavorativa pari o superiore al 74%;
  • dipendente di aziende in crisi con attivo un tavolo di confronto per la gestione di crisi d’impresa.

Nonostante la proroga, l‘Opzione donna risulta una misura troppo restrittiva. Il calcolo con il sistema contributivo risulta troppo penalizzante e scoraggia le lavoratrici. La riduzione dell’assegno è più alta se le lavoratrici hanno avuto una vita lavorativa discontinua. Inoltre, la penalizzazione scaturisce anche dall’età in uscita, prima si esce dal lavoro e più basso sarà l’assegno INPS. Infine, il montante contributivo prevede solo contributi effetti, pertanto i contributi figurativi per NASPI, non sono considerati nel computo contributivo. In alcuni casi la penalizzazione dell’assegno INPS mensile, può arrivare fino al 35%.

Prevista anche una finestra di uscita di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le lavoratrici autonome.

L’Opzione donna e la pensione anticipata con requisiti ridotti per le donne, sono misure molto criticate, e si studia un’uniformità delle condizioni per tutti. È probabile che nella prossima riforma 2026/2027, non ci sarà una proroga per Opzione donna e la pensione anticipata sarà unificata a 42 anni e 10 mesi di contributi per uomini e donne.

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